Negli spazi che proponiamo si cerca la propria espressività e la realizzazione creativa dove si uniscono le forme o le ricerche dell’uno e dell’altro. In questi contesti c’è uno scambio attivo dove tutti impariamo insieme, è un mettere in un “tutto” creativo, dove la differenza sta nel fatto che c’è chi ha il ruolo di accompagnatore per quei passaggi difficili del processo. Questo metodo di entrare in relazione con gli aspetti creativi nei suoi vari linguaggi è stato agito nel tempo in diversi contesti (tra questi anche ex prigionieri politici, esiliati, familiari di vittime della guerra) e in diversi paesi (Perù, Cile, Spagna, Scozia, Irlanda, Italia).
Alcuni degli eventi prodotti e realizzati dall'Associazione Grecam:
PRESENTAZIONE LIBRI
I
libri di Norberto Silva Itza sono un viaggio poetico nel suo vissuto,
nella sua storia e aprono speranza per il presente e per il futuro.
“La
poesia per me è un mondo fatto di parole, immagini, ritmi che ci
permettono di contattare aspetti del nostro essere rivisitando la
propria storia. La poesia mi ha permesso di integrarmi come persona,
come straniero mi diverto a giocare con le parole, ed è proprio la
parola che mi consente di unire le mie vari parti; è un ponte di
collegamento verso gli altri e verso me stesso”.
Norberto
Silva Itza
Il
poeta Norberto Silva Itza è nato in Uruguay accompagnato dal Rio
della Plata, sognando sempre di paesi lontani e controllando la sua
forza di vita. Studia pedagogia e psicologia e contemporaneamente
frequenta la scuola di belle arti e di teatro. Nel 1981 si è
trasferito in Italia, dove tuttora vive e dove lavora come docente e
terapeuta, e fonda insieme ad altri professionisti l’Istituto di
Bionergetica di Torino ed il Grecam. Con
quest’ultimo crea diversi spettacoli teatrali e pubblica con
Nemapress, PerroneLab e Giulio Perrone Editore i suoi scritti
poetici.
Cantos
para no quedarse solo – Canti per non rimaner solo
Nemapress Editrice, 2005
Nemapress Editrice, 2005
“...E
libero si spiega il canto di Norberto Silva attraverso una partizione
quasi musicale che va da un andante moderato ad un crescendo, alla
tempesta, sino alle acque calme di una rada: sono i quattro passaggi
esistenziali che corrispondono ai quattro canti di questa silloge.
Nel primo la solitudine domina, si fa protagonista… è
un’amica-nemica, una sorta di
danza altalenante – buio-luce-buio tra un “passato passato” e
un “futuro incerto”. Nel secondo canto questo afflato intimo si
volge anche all’amore. Nel terzo canto, i ricordi, gli addii,
l’amarezza dell’esilio. Nell’ultimo, composto da due liriche,
ritornano le radici, la ricomposizione di un mondo sconvolto ma non
perduto…”
dalla
prefazione a cura di Maria Pia Argentieri
e
il giorno mi riporta
a
me stesso
con
il cappello
e
il mio cappotto blu
di
ogni notte.
Presentato
a:
Alghero,
Selargius (Ca), Cagliari, Roma: Circolo Paulo Freire, Fiera della
Piccola e media editoria “Più libri più liberi” , Premio
Nazionale di poesia “Gaetano Salveti”, Perugia (2005)
Dos
lugares para no rimaner exiliato – Due luoghi per non rimanere
esiliato
Nemapress
Editrice, 2005
Una
raccolta di liriche accompagnata da una serie di collage realizzati
dall’autore, accostamento di versi e colori, di suono poetico e
simbolo cromatico che evoca due terre antiche. I due luoghi ricordati
nel titolo, talmente intensi da far dimenticare la condizione di
esiliato, sono il paese di origine, l’Uruguay, e la Sardegna, isola
nella quale Norberto Silva Itza ha trovato similitudini e omologie
esistenziali con la propria gente.
Sono
salito fino al silenzio
là
dove vola il condor
per
calmare la sete
e
acquietare
il
mio spirito.
Portavo
tra le mani
cocci
di ceramica,
una
freccia di ossidiana
e
una piuma di colibrì
da
offrire ai cieli....
Presentato
a:
Roma:
IILA (Istituto Italo Latino Americano), Musei Capitolini, Libreria
Bibli, Torino (2006), Cagliari, Perugia, Cuneo (2005)
Los
Pàjaros – Gli uccelli
Pandion
Edizioni, 2008
“…Norberto
canta la vita degli uccelli guardandoli senza bisogno di specificare
la specie. Li canta perché sono uccelli. Li canta per quelli che
sono. Perché esistono e fanno sorridere il cuore. Li segue in volo,
lungo l'orizzonte, poggiati sui rami, intenti a preparare il nido. Li
guarda al tramonto, li pensa lontani, si domanda dove andranno quando
migrano. Si chiede quello che tutti si chiedono ma lo fa da poeta,
quindi con lo spirito dei saggi…”
dalla
prefazione a cura di Fabrizio Carbone
così
leggeri
dentro
l’aria,
creano
un’unione
tra
terra e cielo.
Noi
qui
viviamo
il nostro peso
confusi
nella polvere.
Presentato
a Roma nel 2008
Donne nel vento
Perrone
Lab, 2009
"Le
donne convocate in questa raccolta sono tante, a volte una per
poesia, a volte di più, a volte innumerevoli. Sono molto diverse fra
loro: giovani o vecchie o bambine, intellettuali o semplici
casalinghe, operaie, madri, sorelle… Queste donne straziate perché
vittime della Storia, accarezzate dal vento, recuperano la memoria,
la innalzano a compito prioritario e poi - magari cullate dai vari
ritmi di brezze, soffi, venti - cantano. Il dolore si fa memoria e la
memoria si fa canto. E attraverso il canto ritrovano se stesse. In
loro si avvera, ancora una volta, la funzione catartica della
poesia."
dalla
prefazione a cura di Martha Canfield
che
alla notte profonda ti unisci
per
colmare la tua solitudine di luci.
Mappa
di ricordi il tuo sguardo.
Mappa
di ricordi la tua voce.
Presentato a:
Sassari,
Cuneo, Torino (2011), Macerata,
Roma: Sala Gonzaga, Casa
Internazionale delle Donne -
Rassegna “La parola è femmina”,
IILA con l’Ambasciata dell’Uruguay (2010), Roma Festival di
poesia “L’isola dei poeti”, Cagliari nell’ambito del Progetto
Pluseducando (2009)
Come
granelli di sabbia
Perrone
Lab, 2011
“…Tutto
si muove e ci meraviglia. Così si muove il poeta. Con lo sguardo
attento, e ancora pieno di stupore, sulla terra e sull’umanità
nasce questo poema sulla forza della parola. Sono come ponti tra
razionalità ed emozione queste parole che respirano la sofferenza
del male – allora, schiacciate contro i tanti Muri, sembra che
tacciano. Invece respirano più piano, si ossigenano di vita, del
bene che ha bisogno di essere espresso per diventare condivisione…”
(dalla
prefazione a cura di Roberta Sanna)
prende
le parole
e
le schiaccia contro il Muro.
Piangono
il loro pianto le parole,
ed
irrigano alberi
per
farli fiorire
nel
tardo autunno.
Presentato a:
Roma,
Meana Sardo (Ca), Cagliari (2011)
Nelle
fessure del tempo
Giulio
Perrone Editore
Un
libro di poesie per parlare della morte, della trasformazione, del
ricordo. Dalle Fessure del tempo emergono i custodi che conservano la
memoria di tutto quello che fu e di quello che è. Il libro è diviso
in tre parti: nella prima troviamo le testimonianze del passaggio
attraverso la vita dei propri cari, nella seconda uno spazio
abbandonato trasformato in un giardino sempre in mutamento, nella
terza i deserti che conservano impronte di quello che furono, mare,
foresta, savana.
Dietro
i tuoi passi
hai
lasciato gocce d’acqua.
Una
a una le raccogliamo
per
creare un lago
dove
bagnare i sogni.
Presentato a: Sassari,
Cagliari, Roma (2012)
Storie sussurrate
L’Erudita,
2016
In un
momento oscuro come quello attuale, è necessario attingere alle
nostre energie vitali. È con questa intenzione che sono state
scritte le “storie sussurrate”, i boleri cantati ogni mattina dal
grosso macellaio, il vestito nero steso sul letto, il pianto
sconsolato delle donne per loro stesse e per Consolata, il salto nel
vuoto del giaguaro che lascia dietro di sé la violenza degli uomini,
percorsi dove è facile ritrovare i nostri desideri, i nostri sogni e
le nostre paure.
Presentato a: Roma (2016)
SPETTACOLI
Il Grecam in Teatro
Dopo anni di ricerca sul
lavoro corporeo, il teatro è nato, nel 1993, dal desiderio di
trasformare il movimento in possibilità espressiva per aprirsi agli
altri e condividere esperienze e vissuti. Persone comuni che dalla
scena raccontano con i propri mezzi la propria umanità.
Il processo ha seguito il
filo di una tessitura, che si è andata man mano ampliando,
approfondendo percorsi della vita di ognuno.Tutti gli spettacoli sono
una creazione collettiva: testi, gesti, musica, costumi, scene,
costruzione di sequenze. I temi trattati, da Felici di presentarci
fino a Donne nel vento, sono in relazione con quanto il
gruppo di teatro stava elaborando in quel momento.
Sogni, fantasie,
immagini, ricordi, percorsi interni, emozioni personali corrispondono
a snodi della vita di ogni essere umano e proprio per questo riescono
a creare un flusso di comunicazione con le persone in platea.
Una ricerca partita dal
movimento, dal gesto a cui si aggiungono la parola, la poesia, il
canto e le immagini evocative di un video.
Donne nel vento
Norberto Silva Itza e
Evelina Meghnagi raccontano attraverso poesie, canzoni, balli e
suggerimenti di danza, la storia di moltitudini di donne che hanno
dovuto abbandonare il proprio luogo di origine per trovare uno spazio
di vita e potenza.La poesia e il canto rimandano ad un ricordo arcaico, all’antica comunicazione tra le genti e permettono di dare colore alle immagini, alle storie delle donne raccontate, cantate, danzate attraverso il caleidoscopio di colori e di possibilità che la vita offre. In questo spettacolo la poesia acquisisce il valore di immagini che raccontano e tessono ritmi e canzoni di diversi paesi. Un intreccio di emozioni ma con una linea brechtiana dove non si vuole coinvolgere ma offrire.
I testi delle poesie sono tratti dalla raccolta poetica Donne al vento di Norberto Silva Itza, Ed. PerroneLab 2010. Produzione dell’Associazione Grecam – regia di Caterina Ferrara e Anna Cianca – con la partecipazione di componenti del Grecam Teatro.
Le
donne nel vento – strappate, trascinate, condannate – crescono
nel dolore, imparano a volare, a
cantare, a dire, a scrivere; sono capaci di ascoltare un'altra voce, non più quella della sconfitta, bensì quella della parola musicale e artistica, quella della poesia.
(Martha Canfield)
Lo spettacolo Donne nel vento è stato presentato:
Fonderie Teatrali Limone Moncalieri (TO), novembre 2011
Teatro
Civico Sassari, aprile 2011
Teatro Ex Vetreria di Pirri Cagliari, giugno 2010
Teatro Golden Roma, novembre 2010
Lo stesso spettacolo, realizzato dal gruppo di teatro di Juan La Case in collaborazione con il Grecam, ha debuttato in Uruguay.
Teatro di Juan La Case, Uruguay |
Questo spettacolo è un viaggio in tutte le forme di emigrazione e di esilio, dove ognuno ha dei vissuti, dei ricordi che fanno parte dell'identità propria. Un'identità che cambia, si evolve e si converte in storia quando si unisce agli altri attraverso l'espressione. Un percorso di immagini, parole e azioni teatrali da fare insieme. Eventi vissuti, fermati nel qui ed ora, da condividere per permetterci, tutti, di trasformare e di fluire nel tempo per trovare un'altra possibilità, la possibilità di tornare alla vita.
Tutti caricavano tutto su un carretto e, contati i soldi e presi gli arnesi da lavoro, si sono precipitati fuori lasciando lì le proprie anime.
Ricordo una scena in cui tutti gli emigrati andavano in giro con un lumino a forma di barca in una mano, persi in quel buio infinito.
Il vuoto che senti dentro di te non può essere raccontato, perché nella nuova terra in cui ricomincerai a vivere la nuova vita, ripartendo da zero, queste persone saranno assenti e non potranno essere con te ad ascoltare cosa tu hai da dirgli.
Mi ha fatto pensare ai problemi che ci sono tuttora, di persone che attraverso lunghissimi viaggi arrivano in Italia o in altri paesi e noi non li accettiamo perché crediamo che la terra ci appartenga dalla nascita, ma bisogna smetterla di pensare in questo modo: queste persone hanno problemi nel loro paese che noi non ci possiamo neanche immaginare.
Alcune frasi scritte dai ragazzi delle Scuole Medie e Superiori di Moncalieri e Torino
Lo spettacolo è andato in scena a Roma nel 2001 e nel 2002 al Teatro Vascello, nel 2003 al Teatro Golden. Nello stesso anno a Cagliari Teatro Alfieri, Sassari Teatro Verdi e a Cuneo Teatro Toselli. Nel 2006 a Torino Fonderie Teatrali Limone.
INSTALLAZIONI
Attraverso le installazioni attuiamo un processo personale
in cui ognuno mette la sua esperienza, le sue capacità tecniche ed artistiche
per arrivare ad un'opera collettiva nella quale l'insieme, la relazione sulle
parti, aggiunge valore ai singoli elementi. Paure, lacerazioni, tradizioni,
potenzialità, peculiarità, esperienze:
tante voci, tanti vissuti che si intrecciano, che si offrono nella
realizzazione di un processo creativo e umano.
Questa istallazione sintetizza il processo che ci contraddistingue: nel corso degli eventi, del tempo le cose cambiano, valore e prospettiva, si trasformano; le persone si uniscono, crescono, si perdono, si entusiasmano. In un processo vitale, simile a quello rappresentato: donne, e uomini, che raccontano, si fanno ascoltare, richiamano il ciclo della vita, gli elementi della natura (acqua, fuoco, aria, terra). La creatività è parte integrante e fondamentale della Natura (vedi post del 3/9/2015).
Confluenza di orme
Sei donne si incontrano sul mare, chiacchierano e decidono di costruire insieme: una mostra dove diversi percorsi di vita si intrecciano nella loro umanità, unendo sogni, pensieri ed emozioni.
Attraverso l'uso sapiente di rami, fili, tessuti, gioielli, ceramiche, ricami, bustine di tè, reti metalliche, immagini-video degli elementi primordiali, queste donne, e gli uomini che le hanno sostenute nel percorso, raggiungono nuove forme di espressione creativa e artistica.
Un viaggio nell'intimo di ciascuna donna, un aprirsi all'universo per svelare il proprio animo, uno scorrere di emozioni che sovente non trovano voce, né spazio, né limite, né ascolto.
READING DI POESIE
Frammenti di poesia, laboratorio video, Diletta Tenti al violoncello hanno presentato:
Alberto Caerio e
Sophia De Mello Breyner Andresen- serata di parole, immagini e
musica
9 aprile 2016 - Casa del Quartiere di S.Salvario, Torino
9 aprile 2016 - Casa del Quartiere di S.Salvario, Torino
La poetica intimistica di
Alberto Caeiro, il più delicato, semplice e diretto tra i tanti
eteronimi di Pessoa, si incontra con quella di Sophia Anderson De
Mello che racconta con passione il suo popolo e la sua terra, unendo
all’ impegno politico l’amore per gli uomini.
Pessoa ha un mondo
interiore ricchissimo. Tutto in lui si svolge nell’intimità, ma
con uno sguardo comunque attento, anche se distante, al mondo di
fuori. De Mello, con la sua
passione e la sua estroversione, il suo guardare lucidamente agli
eventi storici, va decisamente verso il fuori, verso l’umanità. Pessoa e De Mello, in
questa performance, si incontrano e si uniscono in una comune
spiritualità, nel contatto che entrambi hanno, molto forte, con
l’essenza umana, attraverso un viaggio sia simbolico che reale
nella città di Lisbona, città-persona, con le sue strade e il
suo fiume che è quasi un mare, il Tago.
Un viaggio, dunque, tra
città , fiume e mare, tra città reale e città mitologica
realizzato attraverso le poesie di Caeiro e De Mello che quasi per
magia hanno creato per noi una storia.
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